Internet ha messo in comunicazione il mondo intero. I giovani hanno trovato in tale strumento la possibilità di incontrarsi con altri giovani, e non solo, sparsi in giro per le diverse nazioni. Dal contatto è nata anche l’dea di scambiare oltre alle idee, anche oggetti compensando in qualche modo le differenze di valore. Il mercato è ovviamente immenso.
Le sneakers da collezione hanno assunto un ruolo importante in questo nuovo business. I marchi, i testimonial e la pubblicità hanno favorito l’attribuzione a tali oggetti di valori mutevoli ed importanti. Insomma una occasione ghiotta.

Ma il gestire tale tipo di attività in modo professionale comporta dal punto di vista amministrativo e fiscale adempimenti non complesi ma piuttosto articolati.
Volendo aprire una attività di commercio scarpe usate che si rivolge a tutto il mercato mondiale ci si deve chiedere quale inquadramento dare alla attività. Optare per il regime forfetario? Optare per quello l’ordinario? Dal punto di vista reddituale una scelta NON vale l’altra e la tassazione conseguente è solitamente molto differente.
Dal punto di vista IVA l’acquisto di beni usati suggerisce di operare secondo il regime del margine per evitare di caricare l’IVA non sull’intero bene ma solo sulla differenza tra valore di vendita e prezzo di acquisto (se l’attività diventa professionale dovrò aprire una posizione IVA e quindi le mie vendite andranno in IVA). Ma ancora dal punto di vista dell’IVA diverse sono le regole per le vendite fatte sul territorio nazionale, per quelle fatte nella UE e per quelle extra UE. Niente di complicato ma modalità diverse.
Anche dal punto di vista della sede dell’attività l’apertura della posizione deve essere fatta correttamente.

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